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CORONAVIRUS, COLDIRETTI: STOP A VENDITA PIANTE E FIORI METTE A RISCHIO SETTORE E AMBIENTE

L’allarme lo lancia Coldiretti che sottolinea come “l’ingiusta chiusura di garden e dettaglio di fiori e piante metta a rischio i circa 13,5 milioni di alberi di Natale veri e di Stelle di Natale che ogni anno trovano spazio nelle case degli italiani in occasione delle feste, secondo una tradizione consolidata”.

In molte regioni italiani è scattato lo stop alla vendita di piante a causa – spiega l’associazione di coltivatori -di una errata interpretazione del Dpcm del 3 novembre scorso, che al contrario ne garantisce la prosecuzione poiché sono considerate come completamento e sbocco della filiera agricola.

Alcune ordinanze locali hanno, infatti, chiuso i gli spazi dedicati a piante e fiori all’interno di molte strutture come centri commerciali, supermercati e ipermercati, secondo quanto denunciato dalla Consulta Florovivaistica della Coldiretti in una lettera inviata ai principali gruppi della Grande distribuzione organizzata, a Federdistribuzione e alle Autorità istituzionali coinvolte.

Molti provvedimenti a carattere locale hanno finito inoltre – aggiunge la Coldiretti – per impedire addirittura ad ambulanti di piante e fiori di operare all’interno dei mercati cittadini organizzati anche per la vendita di generi alimentari.

Il rischio è che venga favorito l’acquisto di piante di plastica che – precisa la Coldiretti – arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.

Al contrario gli alberi naturali – conclude la Coldiretti – sono coltivati nei vivai soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi.

Il problema oltre al tradizionale albero natalizio e alle stelle di natale va a colpire – precisa la Coldiretti – anche ciclamini e altri tipologie di piante in vaso e di fiori recisi, che sono ormai pronti per la vendita e che rischiano di andare buttati con un danno gravissimo per un settore che ha già pagato un conto da oltre 1,5 miliardi di euro a causa della pandemia per i limiti a matrimoni, eventi e cerimonie, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, dai vivai ai negozi.

Da tutelare c’è il futuro di un comparto chiave del Made in Italy agroalimentare, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,57 miliardi di euro grazie a – ricorda la Coldiretti – 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro che ora si trovano in gravissime difficoltà.

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