Gli studi scientifici sono ormai concordi nel rilevare il fenomeno del progressivo innalzamento della temperatura globale e delle inevitabili e negative conseguenze che il cambiamento climatico porta con sé sia rispetto agli equilibri dell’ecosistema pianeta sia rispetto alla continuità della vita per la specie umana.
Per questo motivo, cento imprese (ma il numero di cento firme è stato raggiunto e superato a passo di carica) hanno aderito all’iniziativa promossa da Edo Ronchi e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile per chiedere, ai politici italiani ed europei, un impegno: gli investimenti pubblici europei, i piani economici dell’Europa e dell’Italia, siano più ambiziosi e adeguati alla sfida di una transizione ecologica e climatica.
L’Appello per il clima (questo il nome del documento) ha tre direttrici:
la prima mira a una maggiore ambizione climatica per “portare dal 37% al 50% la quota di investimenti del Recovery and Resilience Facility, destinati a progetti favorevoli al clima, sia per realizzare il taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e puntare sulla neutralità climatica al 2050 che per contribuire a mobilitare i 350 miliardi di euro all’anno di investimenti per il clima e l’energia a livello europeo, stimati dalla Commissione Europea”;
la seconda chiede criteri climatici per gli investimenti, ovvero “adottare una metodologia chiara per riconoscere gli investimenti favorevoli al clima”;
la terza caldeggia una “lista di esclusione”, cioè “introdurre una lista di attività economiche che non possono accedere ai finanziamenti del Recovery and Resilience Fund perché incompatibili con il taglio delle emissioni al 2030 e con l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050”.
Tre obiettivi che, chiedendo di adottare misure credibili e quindi adeguatamente finanziate, hanno raccolto il consenso e l’adesione entusiasta (ma anche preoccupata) di PMI e grandi imprese, di associazioni, di singoli cittadini. Le categorie rappresentate dai firmatari sono soprattutto quelle più legate ai settori ambientali, come quello energetico o come l’industria del riciclo.
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