Il settore delle costruzioni in Europa è in forte crisi. E il comparto può guardare al futuro soltanto facendosi guidare dalla transizione verso un’economia più sostenibile e investimenti indirizzati alle rinnovabili. E’ quanto emerge dal Rapporto statistico FIEC (Federazione europea delle industrie delle costruzioni) che presenta una fotografia aggiornata dell’andamento del settore delle costruzioni nei Paesi dell’Unione Europea.
Il Rapporto conferma che la pandemia da COVID-19 ha provocato una crisi economica senza precedenti: il settore delle costruzioni è stato infatti particolarmente colpito nel secondo trimestre del 2020, tanto da determinare lo stop delle attività in alcuni paesi.
Complessivamente, in Europa, nel 2020, il settore ha comunque rappresentato il 10,7% del PIL, con più di 3 milioni di imprese e 12,7 milioni di lavoratori nelle costruzioni.
Per il 2021, si prevede invece che gli investimenti in costruzioni riprenderanno a crescere ad un tasso del 4,2% su base annua, tuttavia, non sufficiente per molti Paesi a recuperare i livelli pre-crisi. In termini di occupazione è prevista una stazionarietà dei posti di lavoro (-0,1%).
Per la FIEC, nonostante le previsioni incoraggianti per il 2021, la ripresa delle costruzioni a medio termine, quindi, non è una certezza. La preoccupazione riguarda in particolare l’effettivo rilancio degli investimenti pubblici, posto al centro del Recovery Plan.
Secondo la Federazione europea, una sola cosa è certa: la transizione verso un’economia sostenibile guiderà la ripresa e genererà grandi opportunità di business per il settore delle costruzioni, dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, alla messa in atto di infrastrutture di trasporto più verdi fino alla costruzione di impianti per l’energia rinnovabile.