HomeLife"MARE APERTO" IN SARDEGNA, POLEMICHE E L'ALLARME DI GENERAZIONE MARE

“MARE APERTO” IN SARDEGNA, POLEMICHE E L’ALLARME DI GENERAZIONE MARE

“In totale dispregio dei più elementari principi di tutela ambientale, della Giornata mondiale della biodiversità e della nuova politica sulla transizione ecologica (questa grande sconosciuta), in Sardegna ci si appresta ad un imponente dispiegamento di forze militari per una gigantesca esercitazione anche al di fuori dei poligoni riconosciuti”. L’allarme e la denuncia arrivano dall’associazione Generazione Mare, di cui è portavoce Daniela Addis.

“Leggiamo con preoccupazione – questo l’allarme di Generazione Mare con Donne di Mare e Mareamico, che condividono la preoccupazione e sostengono la richiesta – che alle esercitazioni stanno prendendo parte «5.000 tra donne e uomini appartenenti a 7 nazioni della NATO e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli, elicotteri, reparti della componente anfibia con mezzi da sbarco e veicoli d’assalto». E vorremmo avere la lista delle “decine di studenti e ricercatori universitari che in qualità di consulenti politici, consulenti legali e addetti alla pubblica informazione” (sic!) stanno partecipando alle esercitazioni. Chiediamo in ogni modo di interrompere questa escalation nei giochi di guerra, che sono sempre più contro tutti i principi in cui crediamo e contro l’etica che ci siamo dati. Certo contro la tutela dell’ambiente, contro la nuova politica di transizione ecologica e contro la tutela delle generazioni future. Perché, ci domandiamo: di quale futuro parliamo, esattamente?”.

Le polemiche sull’operazione Mare Aperto della Marina Militare, cui concorrono anche forze Nato, infuriano da giorni, nonostante le precisazioni relative alle esercitazioni nel Sud della Sardegna, a poca distanza dalle più note località balneari, il cui accesso rimarrà peraltro libero.

E rilanciano la questione della Sardegna e del suo mare da decenni sostanzialmente “luogo di guerra”, che significa innanzitutto minaccia per la salute delle persone e dell’ecosistema marino di tutta l’isola. Vane, finora, le denunce, nonostante anche datati report, come quello che qui linkiamo, contengano numeri e cifre che definire “preoccupanti” è solo una banalità.

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