HomeLifeDA MILANO BICOCCA UN PONTE PER LA RICERCA FINO AL RWANDA

DA MILANO BICOCCA UN PONTE PER LA RICERCA FINO AL RWANDA

Nel cuore dell’Africa per far fronte a ipertensione e diabete, tra in principali fattori di rischio cardiovascolare.    
Da questo obiettivo muove la collaborazione internazionale tra l’Università di Milano-Bicocca e il ministero della salute del Rwanda che nei prossimi tre anni vedrà impegnati docenti, ricercatori e medici dell’Ateneo nel supporto allo sviluppo di competenze di elevata qualità del personale sanitario rwandese.

L’accordo è stato annunciato oggi durante il workshop dal titolo “Rwanda College of Physicians Arterial Hypertension Symposium: measure BP and control it to prevent cardiovascular events in Africa”, che si tiene fino a domani nella capitale Kigali, alla presenza del ministro della Salute rwandese, Daniel M. Ngamije, e del professor Gianfranco Parati, coordinatore scientifico della partnership.

In Africa sono circa 2 milioni ogni anno i decessi prematuri fra gli adulti attribuiti a diabete e ipertensione. Studi scientifici stimano che, a causa della mancanza di servizi sanitari adeguati, solo dal 10 al 20 per cento delle persone che vivono con queste condizioni sono regolarmente sotto cura.

«In Africa il cambiamento degli stili di vita ha determinato l’esplosione di malattie non infettive, come diabete e ipertensione – spiega il professor Gianfranco Parati, docente di Cardiologia della scuola di Medicina e chirurgia di Milano-Bicocca e direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano –. L’assistenza sanitaria, tuttavia, è preparata a fronteggiare principalmente infezioni acute mentre è limitata l’esperienza nella gestione delle malattie croniche, fatta eccezione per l’HIV, che richiede trattamenti a lungo termine. L’accordo con il governo del Rwanda prende avvio da questa consapevolezza e dalla conseguente necessità di personale sanitario adeguatamente formato e competente nella gestione dei fattori di rischio e delle malattie cardiovascolari».

Il ruolo dell’Ateneo sarà fondamentale su molteplici piani d’azione: dalla sensibilizzazione della popolazione sull’ipertensione, passando per la formazione degli operatori sanitari locali affinché siano in grado di valutare i problemi legati all’ipertensione, fino alla definizione di un protocollo per la gestione della patologia e degli altri fattori di rischio cardiovascolare.
Il patto prevede, perciò, la messa a punto di programmi di formazionead hoc; l’avvio di collaborazioni con gli ospedali e le università in Rwanda per garantire un’istruzione medica di qualità, promuovere il trasferimento della conoscenza nonché gli scambi di tirocinanti, medici e altro personale sanitario tra le parti; l’attivazione di borse di studio post-dottorato in discipline di interesse per il Rwanda e l’invio di attrezzature mediche.

Oltre al supporto sul campo, già operativo in un intervento per il controllo dell’ipertensione nell’area rurale di Nyamyumba, al confine con il Burundi, coordinato dal dottor Franco Muggli di Lugano, in collaborazione con l’Ateneo, l’Istituto Auxologico Italiano e la Fondazione MABAWA, il progetto prevede la formazione e la condivisione di contenuti medici anche attraverso la piattaforma e-learning di Ateneo.

«Con i suoi laboratori interdisciplinari, un contesto di ricerca finanziata da programmi nazionali e internazionali e oltre 34 specializzazioni in ambito Salute e Psicologia, l’Ateneo è pronto a sostenere la sfida sanitaria di un paese come il Rwanda impegnato ancora oggi a ricucire le ferite del genocidio del 1994, una delle più terribili tragedie umanitarie della storia» ha dichiarato la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni.

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