L’agricoltura italiana ha ancora troppi freni, ha scarsa produttività e lento ricambio generazionale . Ed evidenzia una carente innovazione delle filiere. Lo rammenta al Nostro Paese l’Unione Europea in un lungo documento di raccomandazioni, in vista del Piano Strategico Nazionale per la Nuova politica agricola comune (PAC). Raccomandazioni da tenere presenti anche per non perdere la corsa verso la strategia Dal produttore al consumatore e quella sulla biodiversità per il 2030.
La UE rileva una bassa crescita della produttività nelle aziende agricole e uno scarso indice di digitalizzazione e delle piccole dimensioni delle aziende. Sul fronte della sostenibilità ambientale, l’invito UE è a considerare con più convinzione l’adattamento ai cambiamenti climatici, specie nella valutazione dei rischi idrogeologici e di erosione del suolo in Italia. Ma anche riguardo al risparmio idrico e all’uso delle risorse idriche, abbracciando colture a minore intensità idrica e diffondendo le nuove tecnologie di irrigazione. Nonché alle emissioni agricole, a quelle di gas a effetto serra e di ammoniaca.
L’agricoltura italiana è in ritardo anche riguardo alle energie rinnovabili. In proposito, la Ue invita a sfruttare meglio e di più il considerevole potenziale di produzione di biomassa, energia solare ed eolica.
In ultimo, ma non ultimo, il richiamo a innalzare l’indice di innovazione tecnologica e digitale nelle aziende, letto dalla UE nella sua scarsità come un segnale di scarsa efficacia del “sistema agricoltura” dell’Italia per combattere e affrontare con decisione il digital divide.