HomeGreenCIRCULAR EUROPE, LE CITTA' LAB DELLA PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATA

CIRCULAR EUROPE, LE CITTA’ LAB DELLA PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATA

Le città sono la dimensione abilitante per sperimentare nuovi modelli di circolarità necessari a concretizzare lo sviluppo sostenibile in Italia: un ruolo fondamentale spetta alla collaborazione pubblico-privata come leva per ripensare le città e le aree urbane e coordinare i diversi contributi verso un territorio più circolare”: così Lorenzo Tavazzi, partner The European House – Ambrosetti, in occasione della illustrazione di Circular Europe (lo studio di Fondazione Enel e Ambrosetti sullo scenario dell’EC nei Paesi europei) ai partecipanti della Circular Economy Academy promossa dall’ANCI.

La valutazione dello stato dell’arte dell’Economia Circolare in Europa è stata uno degli obiettivi principali della ricerca, conducendo ad elaborare un Circular Economy Scoreboard con una metodologia multilivello per fornire un’immagine esaustiva del grado di circolarità di ogni Paese. Ad oggi, l’Unione europea presenta risultati eterogenei in termini di transizione verso l’Economia Circolare: Italia e Spagna dimostrano un livello di sviluppo medio-alto, mentre la Romania si colloca agli ultimi posti della classifica. L’analisi del “grado di circolarità” dei 27 Paesi dell’Unione europea e del Regno Unito è stata integrata con una survey che ha interpellato300 business leader europei circa la necessità di intervenire a vantaggio di modelli circolari all’interno delle loro aziende. Il 95% del campione considera l’Economia Circolare una scelta strategica per la propria azienda: è soprattutto uno strumento per conquistare un vantaggio competitivo in termini di diversificazione,ampliamento del mercato e riduzione dei costi. Tuttavia, la maggior parte dei business leader europei ritiene che il proprio Paese non sia pronto per affrontare la sfida dell’Economia Circolare; l’incertezza circa la creazione di valore (43,6%delle risposte) e la mancanza di competenze (35,9%) sono le due risposte più frequenti circa i fattori ostativi per lo sviluppo dell’Economia Circolare in Europa.

Attraverso casi studio specifici e analisi “what if”, lo studio evidenzia come l’Economia Circolare, oltre a essere vantaggiosa in termini economici,generi contemporaneamente importanti benefici ambientali. Tra i diversi effetti positivi, si evidenzia che il passaggio da materiali primari a secondari consenta di ridurre notevolmente le emissioni di gas serra (GHG): considerando 4 materiali (ferro, alluminio, zinco e piombo), la riduzione media delle emissioni di GHG per kg di materiale prodotto è pari al 73,5%. Inoltre, un aumento della penetrazione delle fonti rinnovabili nella produzione energetica di un punto percentuale riduce le GHG fino a 72,6milioni di tonnellate di CO2 equivalente in Europa e 6,3 in Italia (~50% delle emissioni annuali di gas serra nel Comune di Roma). Nonostante il modello di valutazione proposto dallo studio mostri che la transizione verso l’Economia Circolare offra svariati vantaggi economici, sociali e ambientali, il passaggio dal modello di sviluppo lineare a quello circolare deve tenere conto di alcune criticità. In quest’ottica, il Rapporto suggerisce 10 aree di intervento,con specifiche azioni di policy, al fine di far fronte alle sfide correlate alla transizione circolare e di coglierne i benefici in modo efficace: definire per gli Stati membri dell’Unione Europea delle Strategie nazionali per uno sviluppo economico circolare; ridefinire la governance dell’Economia Circolare per supportare una transizione a 360° in tutti i settori; fare leva sulla legislazione per promuovere la transizione circolare; creare condizioni di competitività rispetto alle soluzioni non circolari; utilizzare la finanza come una leva per promuovere la Ricerca e Sviluppo e le buone pratiche in ambito di Economia Circolare; affrontare la mancanza di una definizione chiara e di metriche omogenee ed esaustive; trasformare i modelli di business che generano rifiuti in modelli circolari; promuovere misure trasversali e di coordinamento per tutti i settori interessati dalla transizione verso l’Economia Circolare; fare leva sull’Economia Circolare per ripensare le città e gli spazi urbani; promuovere la cultura e la consapevolezza circa i vantaggi derivanti dall’Economia Circolare.

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