“Sii te stesso, tutti gli altri sono presi”. Mauro Porcini, designer e manager di livello internazionale, cita anche Oscar Wilde nel suo libro “L’eta dell’eccellenza” (Il Saggiatore), in cui analizza l’innovazione la creatività che pervadono il nuovo Rinascimento che stiamo vivendo. L’unicità di essere se stessi, per Porcini, è una delle caratteristiche importanti per utilizzare il coraggio e diventare determinanti.
In questo, è fondamentale servirsi del “valore potente della sospensione”, muoversi rapidamente nel “territorio di mezzo ancora inesplorato” nel quale è possibile farsi confondere da “tendenze diverse che convergono, collidono e si sovrappongono”.
L’obiettivo è individuare “l’inatteso, l’inusuale, il diverso”. In due parole, arrivare a costruire la propria identità.
Bisogna imparare – sostiene Porcini – ad addomesticare ogni possibile intuizione al business. Ogni intuizione, ogni opportunità, è inservibile se non è accompagnata dalla capacità di analisi. E serve – come dicono gli americani – to go the extra mile per andare oltre il miglio successivo, per spostare sempre l’asticella più avanti. Superare la norma, eccederla, ridefinirla.
Al centro del successo di ogni progetto – questo il principio che ispira il volume – c’è l’essere umano, le sue caratteristiche, il suo modo di pensare, di agire, di decidere. E le conseguenze degli atteggiamenti culturali collettivi sono fondamentali, perché strettamenti connessi alla capacità di un’organizzazione di fare realmente innovazione.
