I rumors dei giorni scorsi, che riferivano di uno stato di pre-allerta operativo in alcune caserme italiane, trovano ora una conferma in una circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito, che porta l’argomento “guerra” direttamente nella vita degli italiani e che circola da ore in chat arrivate anche alle agenzie di stampa.
La terminologia è perfettamente militare (innanzitutto, warfighting), ma le evidenze comprensibili ai più ci sono tutte, con riferimenti precisi a “evoluzioni sullo scacchiere internazionale”, una serie di indicazioni interne in materia di “personale”, “addestramento”, “impiego”, “sistemi d’arma”.
Per il personale, si chiede di valutare i congedi anticipati perché “deve essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili”. Indicazioni che sono ampliate anche al personale in “ferma prefissata” che “dovrà alimentare prioritariamente i reparti che esprimono unità in prontezza”.
Raccomandata sensibilità ad evitare “il frazionamento delle unità” e agli “assetti sanitari”: si dispone di tenere le “forze in prontezza”. Tutto ciò, “con effetto immediato” dalla data del 9 marzo scorso in cui la circolare è stata diffusa territorialmente.
Allertate, inoltre, le attività per accelerare la disponibilità delle batterie semoventi di un Reggimento e quelle formative e addestrative di un secondo Reggimento dell’Esercito.
Per i “sistemi d’arma”, infine, raccomandata l’efficienza di mezzi cingolati, elicotteri, sistemi d’arma dell’artiglieria.
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