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FERRARINI ADERISCE ALLA FONDAZIONE GUIDATA DA EDO RONCHI: AVANTI CON LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Ferrarini aderisce alla Fondazione Sviluppo Sostenibile. Una settimana fa circa, un incontro con la Fondazione e Nativa ha coinvolto in azienda anche i dipendenti, con l’evidente obiettivo della massima condivisione dei propositi che sono alla base di questa intesa.

La Fondazione presieduta da Edo Ronchi è un’organizzazione senza scopo di lucro, attiva dal 2008 a cui aderiscono alcune tra le più importanti imprese italiane  e  che assiste anche le aziende che intendono intraprendere un percorso di sostenibilità e di definizione di una green strategy aziendale.

“Ferrarini- spiega l’House Legal Counsel e Sustainibility di Ferrarini Matteo Milazzi–  è  sempre stata in prima linea nell’impegno per la sostenibilità. Fondazione Sviluppo Sostenibile ci accompagnerà nel nostro percorso di transizione green e ci supporterà nell’implementare il nostro impegno su tre pilastri: quello della lotta al cambiamento climatico puntando ad ulteriori riduzioni di emissioni di gas serra, all’efficientamento dei processi e della filiera e all’incremento energie rinnovabili; quello della circolarità grazie all’aumento del tasso di riciclo, alla riduzione dei consumi idrici e di materiali e alla circolarità del packaging e quello della tutela della biodiversità, del ripristino degli ecosistemi e del benessere animale”.


Un impegno per una articolata strategia di sostenibilità che Ferrarini ispira ad una più ampia mission aziendale. La quale, per esempio, indirizza lo stesso interesse alla GDO e al commercio di prossimità, fondamentale per la tenuta economica dei piccoli Comuni.

Dal 2022 le vaschette dei salumi al taglio sono realizzate utilizzando almeno il 65 per cento di plastica riciclata, un segnale che arriva ovunque, per trasferire la necessità di stili di vita sostenibili ai consumatori ovunque sui territori.

Il progetto, partito in via sperimentale ad inizio 2021, prevede l’utilizzo di plastica riciclata per la totalità delle vaschette dei salumi affettati utilizzando le percentuali più alte di prodotto riciclato rispetto agli standard attualmente disponibili sul mercato. E un packaging mirato dei prodotti evidenzia il corretto smaltimento per facilitare i consumatori.

“Le vendite di Ferrarini- conferma Milazzi- sono per la stragrande maggioranza ancora fatte con i classici salumi interi tagliati al banco, ed uno dei punti di forza è l’aver una strategia distributiva e commerciale che ci permette di far coesistere la Gdo con i dettaglianti tradizionali”.

E poi rammenta anche sull’impegno applicato nella filiera agricola: “Oltre ad avere una filiera per il Parmigiano Reggiano completamente integrata dal foraggio, all’allevamento delle 3 mila vacche da latte fino alla trasformazione e stagionatura delle forme, che ha permesso all’azienda  di ottenere, già nel 2007, la certificazione come “prodotto con latte ottenuto da alimentazione NON OGM”, l’azienda agricola ha convertito i vigneti a coltura biologica e dalla vendemmia del 2017 i vini Ferrarini, tipici del territorio, si possono fregiare della denominazione “biologico””.

Primo brand italiano a produrre prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti, Ferrarini ora, abbracciando le robuste attività messe in campo storicamente dalla Fondazione guidata da Ronchi, punta ad incrementare in maniera integrata le sue iniziative di sostenibilità, fuori e dentro l’azienda.

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