Moda e sostenibilità, moda e innovazione, moda e economia circolare: Maker Faire 2020 ha fatto fare un passo avanti al comparto, mettendo in vetrina aziende e start-up che da tempo lavorano su tutto questo. Adelaide C.; Bav Tailor; Blue of a Kind; Maria Sapio; Repainted; CRU LE, Ferilli Eyewear; Fili Pari; Giulia Boccafogli; Italo Marseglia; Yekaterina Ivankova; Francesca Marchisio e Trilly Shoes sono i nomi e i marchi presenti sulla scena di Maker Faire 2020.
Trilly Shoes produce calzature da donna che hanno il tacco regolabile con un click, lavorate con pellami ottenuti da scarti organici e naturali, in un processo virtuoso fondato sul riciclo avviato nel Lab del Carl, il Centro Ricerca e Sviluppo del Distretto di San Mauro Pascoli. Maria Gammino, con il brand Repainted, produce invece una collezione di moda mare fondata sul valore del filato Econyl commercializzato da Aquafil di Giulio Bonazzi, ricavato dal nylon dei rifiuti abbandonati in mare.
Il fashion che nasce dai rifiuti, oltre che dalla creatività e dallo stile, è la mission di Italo Marseglia, stilista operativo dal 2016 a Milano. Parola d’ordine: sustainable fashion. Le collezioni di Marseglia nascono da tessuti ecosostenibili derivanti dal banano o dal recupero di scarti della produzione ittica – per esempio la pelle di salmone – che gli arrivano grazie a un accordo con l’azienda islandese Atlantic Leather, leader mondiale nella concia di pellami di recupero provenienti dall’industria ittica alimentare.
La sostenibilità è al centro di un’altra iniziativa di Marseglia, direttore creativo di sei capsule collection complete dei concept di product design per il Green Market di Greenpeace, cui ha lavorato in occasione della Milano Fashion Week con IED, Consorzio Italiano Implementazione Detox – CID. Al centro della azione messa in campo dagli studenti IED, l’identità del cittadino contemporaneo 1.5. Dove 1.5 indica l’aumento massimo della temperatura media globale, secondo gli accordi di Parigi, per limitare i cambiamenti climatici.