HomeGreenTIMAC AGRO E COPROB INSIEME: UN FERTILIZZANTE DAGLI SCARTI DELLO ZUCCHERO

TIMAC AGRO E COPROB INSIEME: UN FERTILIZZANTE DAGLI SCARTI DELLO ZUCCHERO

Economia circolare, Timac Agro Italia e Coprob rafforzano la loro alleanza con il progetto “Restituire energia alla terra” per trasformare le calci di defecazione, un sottoprodotto della produzione di zucchero in fertilizzante. Gli obiettivi: ridurre al minimo l’impatto dell’agricoltura sugli ecosistemi e sul cambiamento climatico; lavorare insieme per un modello avanzato di economia circolare, dando concreta attuazione al pacchetto europeo da poco approvato in Parlamento.

Per limitare gli sprechi, ma anche valorizzare i sottoprodotti per produrre nuovo valore, restituendo energia alla terra, Timac Agro Italia, azienda leader nel settore della nutrizione vegetale (aderente alla Fondazione Sodalitas e forte del supporto del Cmi – Centro Mondiale per l’Innovazione Roullier, il più grande centro di ricerca privato in Europa nel campo della nutrizione), e Coprob (cooperativa capofila nel settore bieticolo saccarifero italiano), uniscono le loro competenze per trasformare i sottoprodotti della produzione di zucchero da barbabietole in fertilizzante, e chiudere perfettamente il cerchio dell’economia circolare.

Dopo l’accordo di partenariato e l’intesa per una multi-filiera biologica che ha coinvolto anche Federbio, ecco il progetto “Restituire energia alla terra”, ideato con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto dell’agricoltura sugli ecosistemi. Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Timac Agro Italia spiega che “il progetto ha lo scopo di riutilizzare un sottoprodotto della produzione dello zucchero, in particolare delle calci di defecazione. Questo sottoprodotto viene già utilizzato in agricoltura e applicato con molte difficoltà nei dintorni dello stabilimento di produzione di Minerbio”. Ora, è stato messo a punto una nuova tecnologia che consentisse la trasformazione del prodotto in un fertilizzante più tecnologicamente avanzato, e creare dal punto di vista fisico un prodotto che potesse essere applicato con molta maggiore facilità su un raggio d’azione molto più ampio: in particolare su tutto il territorio nazionale.

Per Claudio Gallerani, presidente di Coprob il progetto “si inserisce nel piano della Cooperativa che punta, nei prossimi tre-cinque anni, a una filiera bieticola sostenibile e Bio, tracciata digitalmente dal campo alla tavola e già avviata nel 2020 con i primi 5mila ettari. Il nuovo fertilizzante elaborato da Timac Agro Italia partendo dal sottoprodotto della lavorazione chiude un processo di economia circolare prezioso per l’agricoltura italiana, bisognosa di fertilizzanti ricchi di sostanza organica di origine naturale. Le prove in pieno campo fatte questo anno hanno dato risultati molto buoni dimostrando che questo prodotto, già disponibile dalla prossima campagna, è ottimo per la nutrizione delle nostre piante e pertanto lo consigliamo ai nostri soci agricoltori”.

Le calci di defecazione, sottoprodotto della lavorazione industriale della barbabietola da zucchero, storicamente sono state utilizzate nella loro forma grezza come ammendante del suolo, con l’obiettivo di migliorarne le caratteristiche fisiche e chimiche. Finora, tuttavia, non è stato possibile valorizzare pienamente questo residuo di produzione a causa delle numerose limitazioni dovute alla sua forma fisica e relativa gestione.

Ora, invece, grazie alla tecnologia ENERGEO® e al know-how industriale di Timac Agro Italia, le calci sono diventate un fertilizzante granulare standardizzato con l’aggiunta di elementi nutritivi fondamentali per lo sviluppo vegetale, disponibili tutto l’anno e su tutto il territorio nazionale, adatte alla distribuzione meccanizzata, facilmente manipolabili e maggiormente conservabili. Una filosofia di produzione che consente un uso efficiente delle risorse, rappresenta un valore aggiunto per l’agricoltura e un aiuto concreto per l’ambiente.

“La soluzione innovativa individuata – evidenzia Sassi – aumenta le rese e la qualità delle produzioni a vantaggio della Filiera, ma soprattutto dell’ambiente: il riutilizzo di un residuo di produzione come materia prima abbassa le emissioni totali calcolate sul ciclo di vita del prodotto fertilizzante”.

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