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BIOMETANO: 1,7 MILIARDI PER NUOVI IMPIANTI

Le principali novità del Decreto Biometano al centro di un incontro del CIB a Ecomondo. La manovra sblocca le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per lo sviluppo strategico della produzione di biometano, finalizzata al raggiungimento dei target europei di decarbonizzazione e mette a disposizione 1,7 miliardi di euro per la costruzione di nuovi impianti e la riconversione di quelli biogas esistenti con una stima di produzione di più di 2.3/2.5 miliardi di mc entro il 2026, ponendo l’agricoltura in prima linea nel percorso verso la transizione ecologica.

Restano, tuttavia, ancora aperti diversi nodi relativi alla fase applicativa di cui il decreto demanda i dettagli a un successivo provvedimento, molto atteso dal settore insieme a regole precise sugli investimenti. E diventa centrale la digestione anaerobica, che può consentire la produzione di un fertilizzante naturale e utile a ridurre la dipendenza del mondo agricolo dall’import.

All’incontro, Giovanni Perrella, della Segreteria tecnica del Dipartimento Energia e clima del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha sottolineato che “per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di produzione di biometano fissati dal piano REPowerEu, occorrono importanti aggiornamenti anche a livello comunitario, come ad esempio una maggiore chiarezza sulle biomasse utilizzabili e un ulteriore loro ampliamento che tenga conto delle specificità delle filiere agricole e agroalimentari dei Paesi europei; superare il meccanismo della notifica alla Direzione Generale della Concorrenza dell’Ue e avere procedure veloci di autorizzazione delle aree idonee. Oltre a questo, a livello nazionale sarà necessario lavorare nelle prossime settimane per consentire alle aziende di avviare i lavori”.

A Rimini anche Davide Valenzano, responsabile Funzione Affari Regolatori GSE, che oltre a chiarire alcuni aspetti ancora in discussione delle procedure applicative, ha evidenziato il lavoro che sta svolgendo il Gestore dei servizi energetici per garantire la maggiore flessibilità possibile nella gestione dei servizi ausiliari.

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